Fulmini e Saette. - Complicità |
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Il meglio della democrazia non sta nell’essere il governo della maggioranza, ma nel suo essere “isonomia” (dicevano i Greci), cioè rendere tutti uguali di fronte alla legge. In concreto: formare tutti e selezionare i migliori. In democrazia tutti sono possibili dirigenti, e i posti di direzione li conquistano i migliori, a qualunque classe sociale appartengano. La democrazia è cioè il migliore governo della minoranza: il governo dei pochi migliori tra tutti.
Per ciò il problema della democrazia è fare in modo che tutti si possano formare secondo le potenzialità e siano selezionati secondo le capacità (e non in quanto complici dei dirigenti al potere).
Per esempio. Se un numero aperto di studenti italiani maturati aspirano a entrare nella Facoltà di Medicina - e questa è a numero chiuso - si tratta di selezionare i migliori tra loro, per la salute della democratica società che li ha formati come tali. Perché questo in Italia oggi non avviene? Perché i test d’ingresso a Medicina, in quanto incongrui alla reale preparazione degli studenti, non selezionano i migliori aspiranti? Perché i professori si rivolgono alle matricole vittoriose con “Voi che siete figli di medici…”? “Perché quando la capacità di saper governare arriva alle masse, vengono a mancare le grandi intelligenze alla guida della società?” (Alexis de Tocqueville, Viaggio negli Stati Uniti, 1831)
Perché George W. Bush? Perché Francesco Storace? Perché gli Stati Uniti sono una società ademocratica mossa dal denaro, e l’Italia è una società ademocratica acquietata dalla complicità.
(Alias, 11 febbraio 2006)
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