Fulmini e Saette. - Fulmini e Saette |
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Per commemorare apertamente uno dei miei giovani maestri (anche questo discendente di un lavoratore del legname, come Gesù), Tommaso Cassai detto Masaccio, morto a 27 anni, e festeggiare obliquamente il 27simo pezzo di questa rubrica occhiuta, scelgo il tono semiserio e rivelo le ragioni coscienti del suo titolo bino ‘Fulmini e Saette’. Le Quattro Ragioni.
Primavera. Quando ero ragazzino guardavo e leggevo il giornaletto ‘Capitan Mihi’. Suo protagonista era un giovanissimo pistolero molto simpatico e molto veloce, affiancato e protetto da due uomini molto maturi e molto spiritosi, ‘Salasso’ e ‘Doppio Rhum’. Non ricordo bene più quale dei due esplodesse ogni tanto in un sonoro “Fulmini e Saette!”, ma ricordo benissimo che mi identificavo con tutti e tre.
Estate. Zeus scaglia fulmini, Apollo lancia saette. Quando ero adolescente mi piacevano tutti e due, padre e figlio, e sono cresciuto nel sogno di emularli in forma di Zeus all’incontrario (che lancia fulmini capaci di salire dalla terra al cielo) e d’un Apollo esclusivamente terapeutico.
Autunno. Con la maggiore età ho imparato a non farla lunga. Un fulmine è breve (checché ne pensi Gadda), una saetta è breve (come ben sa Poliziano).
Inverno. Adesso che m’avvio verso il finale, e “diminuiscono le possibilità di diventare immortale” (Flaiano), mi diverto pensando che se talvolta Omero dormiva, talaltra Pasquale può svegliarsi da sogni inquieti (Kafka).
(Alias, 14 aprile 2007)
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