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Leggere in un testo di Benedetto XVI la definizione di Dio è come televisionare Emilio Fede che parla di Berlusconi: il Vaticano sta al Regno dei Cieli come il Tg4 alla Villa di Arcore.
Ma noi siamo per professione e vocazione curiosi, e leggiamo la prima enciclica del nuovo papa: “Dio è carità, è amore”. Visto? Benedetto – Ratzinger, condizionato dal conflitto di interessi, dice mezza verità. La verità intera è che “Il dio è giorno notte, inverno estate, sazietà fame.” – come ha scritto Eraclito di Efeso, e come ci conferma la diretta esperienza della nostra vita difficile. Dio (se c’è) è ciò che desideriamo e anche il suo contrario. Amore e anche il suo contrario: indifferenza.
Infatti. Cosa ha fatto ieri Dio mentre si consumavano i genocidi degli indiani nordamericani, degli armeni, degli zingari, degli ebrei, dei kurdi, degli indios latinoamericani, dei tutsi,? Niente. Indifferenza, silenzio. E cosa ha fatto l’altro ieri di fronte alla terrorizzata preghiera di Gesù di Nazareth (“Babbo, allontana da me questo calice!”) e al suo urlo disperato (“Signore, perché mi hai abbandonato?”)? Niente. Indifferenza, silenzio.
Perciò, per amore della verità tutta intera, ci aspettiamo che Joseph Ratzinger, dopo aver pontificato sulla metà benevola, caritatevole ed amorevole di Dio, ne giustifichi la metà malevola, indifferente e silenziosa. Come tocca ogni giorno, ed ogni notte, a tutti gli esseri umani pieni e completi, fedeli o infedeli che siano.
(Alias, 4 marzo 2006)
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