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Ieri sabato 1 luglio 2017 è uscita su 'Alias', settimanale culturale del quotidiano 'il manifesto', una mia saetta su Sotirios Pastakas poeta, nella rubrica Fulmini e Saette che vi tengo da dieci anni. (I Fulmini sono distruttivi - richiamano i fulmini di Zeus, sono stroncature; le Saette sono curative - ricordano le saette di Apollo, sono apologie.) Sotirios Pastakas poeta L’altra notte ho inveito sugli ‘Amici Facebook’ con queste parole: “Facebook è devastato da persone che pensano di essere poeti per il fatto che vanno a capo prima della fine della riga. Che Zeus li fulmini! Negli ultimi tempi ho conosciuto tre poeti veri, Guido Oldani, Lino Angiuli, Sotirios Pastakas. Guido e Lino li ho recensiti, mostrando in cosa consiste la vera poesia, Sotirios lo recensirò a luglio - il mese intitolato a Cesare, un vero scrittore.” Oldani l’ho recensito in questa rubrica il 7 maggio 2016, Angiuli il 4 giugno 2016, veniamo a Pastakas. Tanto per cominciare, questo greco che ha studiato medicina a Napoli e Roma, e poi l’ha praticata come psichiatra ad Atene, e infine ha abbandonato baracca e burattini e si è dato anima e corpo alla letteratura con risultati memorabili, è l’ennesima prova di questa idea che mi frulla in testa da anni, e cioè che la crisi greca è una crisi dell’economia e della politica, e quindi una crisi di conoscenza e di azione degli economisti e dei politici, e non della letteratura e non della poesia. E per continuare, ecco una poesia di Sotirios, che traggo dal suo libro Corpo a corpo, edito da Multimedia Edizioni nel 2016 (nella sua traduzione italiana): BANCHETTO DI PARTITO “Con un semplice gesto impone il silenzio ai convenuti e attira la loro attenzione su una canzonetta che trasmettono gli altoparlanti: ‘Udite, cari amici, questa ninnananna’. A mezz’aria le posate, sospesa ogni parola in gola, volo radente da un angolo all’altro del salone e quelli che non hanno notato nulla volgono lo sguardo su di lui: la sua estasi è anche la loro. Beati gli accoliti invaghiti della musica del futuro in lontananza, anche se non hanno udito il frastuono della tromba, il crescendo, la ninnananna.” Capite? Comprendete? Sentite di cosa e come parla il poeta? Devo aggiungere che Sotirios, come Lino, come Guido, non sono uomini a metà, poeti e basta, ma uomini interi, poeti e organizzatori culturali, che ideano e dirigono riviste, Sotirios anche una radio, e soprattutto dirigono se stessi nella vita e nella morte? Platone sognava da giovane i filosofi alla guida delle società umane. E se noi oggi sostituissimo gli economisti ed i politici con i letterati e i poeti?
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